Cosa c’entrano mascherine, fake news, Bill Gates, scie chimiche e amuchina con un videogioco? Sono tutti elementi di un nuovo titolo che si ispira a Call of Duty e Fortnite, ma si ambienta in un fantasioso post quarantena facendo il verso ai videogame kolossal, ai complotti e alle fake news. Si chiama Fak3, è un FPS, uno sparatutto in prima persona, completamente gratuito, e fa sbellicare dalle risate fin dall’inizio (paracadutati da un aereo) nell’openworld dove occorre difendersi da complottisti e da chi diffonde notizie false per salvare un’azienda finita nell’occhio del ciclone. Si tratta dell’ultima fatica di Fabrizio Radica, programmatore di videogame ma anche molto altro, dato che è uno dei founder di Retroacademy, che avevamo già incontrato qui, e l’ideatore di eventi e di numerosi progetti di educazione informatica all’interno delle scuole. Dopo alcuni giorni dal lancio abbiamo chiesto proprio a Fabrizio di raccontarci il suo videogame e la sua surreale origine.

Ma partiamo dal prologo, giusto per capire l’ambientazione, attualissima, in cui ci si trova una volta scaricato e avviato il gioco: “Dopo giorni di quarantena, “laggente” ha deciso di invadere le strade di Bugliano Island. Si grida al complotto, infatti, pare che la CINKUEGGI SPA abbia tramato qualcosa e che il Virus, sia stato in parte opera sua. “Laggente” ha quindi deciso di distruggere CINKUEGGI SPA. Nel mentre, al mercato nero e al costo di 3 vaccini, hai la possibilità di entrare nella Paroccchia degli OUT-TISTI, un gruppo di ricercatori affermati nel campo dei complotti. L’unico modo per fermarli è devastarli con un’onda di 5G, che puoi possedere solo dopo alcune Kill. Avrai modo di sentire cosa pensa “laggente” e dovrai raccogliere tutte le autocertificazioni. Stai attento però; laggente è nervosa, la polizia verifica che tu sia in regola e IL VIRUS avanza inesorabile”.

Già dal testo di presentazione si nota il richiamo al periodo che stiamo vivendo, ma la storia va molto oltre. Iniziamo però da dove tutto ha avuto origine. “Stavo giocando online a Call Of Duty Warzone e parlando con Alessandro Bulgarelli, un caro amico assieme al quale ho fondato Retroacademy, ragionavamo su come sarebbe stato bello avere un gioco che richiamasse tutto quello che è accaduto nelle ultimi mesi, mettendo assieme soprattutto quegli aspetti paradossali che sono emersi e sono diventati virali”.

E da qui è nato il gioco?

“Sì, è stata come un’illuminazione. Ho smesso di giocare a Call Of Duty e ho cominciato a programmare dalla mattina a tarda sera. In una settimana il gioco di fatto era pronto”.

Hai fatto tutto da solo?

“Ho avuto tanti suggerimenti, e molti altri continuano ad arrivarmi, ma al di là di questo ho fatto tutto da solo. Ho comprato solo la grafica su Unix e ho adattato alcune musiche che mi sembravano a tema. Avrei potuto curare io anche questi due elementi, ma mi ci sarebbe voluto troppo tempo. Programmazione, montaggio delle animazioni, voci, effetti è tutto opera mia”.

Ci sono tantissimi richiami ad altri giochi molto famosi, ma anche una grafica retrò che riporta agli anni Novanta, è un caso?

“No, è tutto voluto. Inizialmente ho voluto fare un po’ il verso a giochi come Call Of Duty e Fortnite, quindi ho immaginato un gioco nel quale si entra venendo cataputati all’interno di un mondo virtuale, con una missione da svolgere. Una volta lì si possono usare i mezzi, con un richiamo alla serie di Grand Theft Auto, ma anche a Carmaggeddon e a molti altri giochi, in particolare a tutti gli open-world. La grafica poligonale è una atto d’amore per i giochi degli anni Novanta, d’altronde sono pur sempre uno dei fondatori di Retroacademy”.

L’aspetto particolare è in questo mix di fake new e complottismi vari che hai inserito. Sono questi i veri nemici. Pure il mondo in cui ci si muove è un fake e ogni riferimento a fatti o persone reali è chiaramente voluto.

“Già, sono partito raccogliendo molti luoghi comuni, fake news e tantissimi aneddoti che hanno caratterizzato questo periodo. Anche video virali, come quello del gruppo di siciliani che in pieno lockdown ha fatto la grigliata sul tetto, ma anche quelli di gente che aveva trovato la formula chimica dell’amuchina. Come ambientazione mi serviva un luogo di fantasia, perché non usare Bugliano, il Comune fake seguitissimo su Twitter”.

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Moltissimi riferimenti concreti al periodo che stiamo vivendo e forse lasciandoci alle spalle.

“Sì, ho pensato a chi aprirà il gioco tra un mese, o magari tra un anno. Vorrei che avesse un fermo immagine di questo periodo storico. Ma partendo da un principio che resterà immutabile: il pieno rispetto per chi ha sofferto e soffre per questa malattia, per le Forze dell’Ordine che sono state impegnate in prima linea e per medici e personale sanitario. La Polizia non si può uccidere, e non si potranno rubare auto della Polizia o ambulanze. E poi non c’è sangue, e non c’è volgarità di alcun tipo”.

Gli altri elementi?

“Sono tutti molto verosimili, a partire da Bugliano Island, che richiama il profilo della famosa amministrazione comunale di fantasia. Il giocatore viene contattato da Giuseppi (sì, proprio Giuseppi), che gli affida dà l’incarico. Si deve entrare e resistere per 20 minuti dall’assalto di complottisti e narratori di fake news che vogliono distruggere la CINKUEGGI SPA. Nel frattempo bisogna raccogliere più autocertificazioni possibile. Solo così si può salvare il palazzo del 5G”.

Chiaro il richiamo alle varie teorie che vogliono la tecnologia 5G tra le cause della pandemia, ma anche a quelli che pensano che il virus sia stato creato in laboratorio, magari per alimentare un traffico di mascherine (uno degli elementi del gioco). Il tutto infarcito da no-vax e scie chimiche (chiaramente visibili in cielo), terrapiattisti (che cercano di dimostrare la loro teoria)…

“Si parte dal dottore che spiega la sua teoria del virus artificiale, ma all’interno ho inserito tantissime cose nascoste, il tutto per renderlo un gioco divertente, capace di strappare qualche sorriso. Dentro al gioco il giocatore può spostarsi ovunque, la storia, di fatto, sarebbe infinita. Ma sempre occorre difendersi da chi cerca di indottrinarci con fake new e complotti, cercando di farli fuori (investendoli, o a suon di pallottole) e curandosi in caso si riportino delle ferite”.

Curandosi come?

“Ma nel modo più logico: con l’Amuchina!”

Incredibile, sembra esserci proprio tutto. Ma al di là dell’ironia diffusa, che rende il gioco una corale parodia, la struttura del gioco è calibrata e precisa, quasi quasi ci sono tutti gli elementi per farne un gioco competitivo… A proposito, ci sarà anche una modalità multiplayer?

“Al momento no, ma sto pensando di svilupparla. Purtroppo essendo da solo mi mancano tempo e budget. Il gioco è nato e resta gratuito. Ho ricevuto molti apprezzamenti, e forse ancora di più sono stati i suggerimenti per migliorarlo, continuo a lavorarci, ma sempre con i limiti imposti dal dover lavorarci da solo e senza poter spendere. Mi hanno suggerito anche di affidarmi al crowdfunding, pur di implementarlo, ma anche per avviare una campagna servirebbe un aiuto”.

Comunque sia il gioco è vivo, e continui a implementarlo quotidianamente.

“Per ora ho fatto così, ma ora mi prenderò qualche giorno, per sviluppare con tranquillità altri elementi e inserire i suggerimenti che mi sono stati inviati tramite email. Sto pure pensando di svilupparlo in season, con le prossime stagioni che potrebbero consentire di sbloccare altri mezzi, magari introducendo nuove missioni”.

Ma volendo provarlo dove si trova il gioco?

“Si può scaricare dal link inserito nella pagina Facebook ufficiale, ma a breve sarà pronto anche il sito web dedicato. Per ora c’è la versione per PC, ma dovrei riuscire a pubblicare a breve anche le versioni per Mac, per mobile, e forse anche quelle per console, viste le richieste che mi sono arrivate”.