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I Gmt Esports hanno annunciato l’addio alla scena italiana di Valorant: abbiamo parlato con il loro Coo per capire perché.

Il primo anno di Rinascimento, il campionato italiano di Valorant o meglio la Challenger League italiana, non si può dire sia stato deludente, anzi: considerato che Valorant è un prodotto ancora giovane, uscito appena nel 2020, ha già riscosso parecchio successo nella scena esports italiana. E nonostante il numero di spettatori non sia stato elevato, con una media poco sopra i mille tra Split 1 e Split 2 e un picco di quasi 3.000, avere avuto due lan per le finali degli split è stato un segnale importantissimo verso la community e chi crede nel titolo di Riot Games.

Eppure una delle org protagoniste ha deciso di lasciare la competizione. Due finali disputate, vincitori del titolo nello Split 1, hanno partecipato all’Ascension ma soprattutto sono stati insieme ai Dsyre l’organizzazione che ha investito di più nella scena competitiva (qui la nostra intervista a Marteen e Hearthbeat). Perché I GMT allora hanno deciso di lasciare la VCL italiana?

Lo abbiamo chiesto a Leonardo Giani, Chief Operating Officer dei GMT, con cui abbiamo realizzato un’interessante chiacchierata sulle origini dei GMT, sul paragone della scena esports tra Italia, Svizzera e Azerbaijan, un bilancio della stagione su Valorant in Italia e i perché dell’addio.

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