Foto di GMT Esports

Abbiamo intervistato in esclusiva due dei giocatori dei Gmt che hanno contribuito alla vittoria del primo split di Rinascimento Valorant.

Il primo Split della Valorant Challengers Italy (VCI) si è concluso con i Gmt Esport che hanno conquistato il torneo. Dopo un campionato combattuto e una miracle run nel lower bracket, i Gmt hanno sconfitto i favoriti DSYRE per 3-1 durante la finale Lan tenutasi negli studi di Pg Esports. Alla fine dell’ultima partita giocata su Icebox, i giocatori e lo staff hanno celebrato la vittoria, e tra le tante foto di rito siamo riusciti ad intervistare Marco “HearthBeat” Soffia e Martin “marteen” Pátek. I due giocatori raccontano la finale della VCI attraverso le loro sensazioni, la loro storia e le loro speranze per il futuro della VCI. 

Cosa vi ha spinto a diventare pro players?

HeartBeat: “Per me è stato mio fratello. Giocavamo a Starcraft 2 e volevo batterlo. Ho iniziato a cercare video per capire meglio il gioco e ho visto che c’erano questi giocatori coreani che venivano pagati per giocare e pensavo: “Oh mio Dio, questo è un sogno!” Sei davvero bravo nel gioco, vieni pagato e diventi famoso e puoi anche divertirti mentre lo fai. Da quel momento in poi il mio sogno è stato quello e l’ho inseguito in ogni gioco a cui mi sono dedicato, ora anche su Valorant. E credo di essere sulla strada giusta.”

Marteen: “Non pensavo di diventare un giocatore professionista. Io giocavo a Fortnite in maniera casuale quando avevo 13 anni ed ero molto bravo. Poi all’improvviso sono arrivati i tornei e bisognava avere solo 14 anni, così mi sono iscritto al torneo, mi sono qualificato per il primo evento più grande di Fortnite e da allora credo di essermi innamorato della competizione. Così sono diventato un giocatore professionista.”

 

In questo Split si è parlato molto di economia, ma ovviamente ci sono altri fattori da tenere in considerazione quando si gioca a Valorant. Secondo voi, cosa è essenziale sapere o saper gestire per diventare un giocatore professionista al vostro livello?

HeartBeat: “Posso rispondere io penso per entrambi. Iniziamo con il dire che non siamo assolutamente perfetti in quello che facciamo, ma la disciplina è la prima cosa che serve. Poi bisogna avere forza mentale, capire il gioco e guardare tanti VOD. Ma per me la prima cosa è la disciplina. Non cercare di colpire troppo in-game, il che significa che quando si ottiene un’uccisione, si riparte con calma. Ancora non lo facciamo, ad esempio durante la finale dopo aver ottenuto due uccisioni mi sentivo come se il round fosse vinto, ma ovviamente Cayden mi uccide subito dopo. Questo accade perché stiamo giocando contro bravi giocatori, e se gli dai una possibilità di colpirti ti puniranno. Quindi la disciplina, se volete diventare un giocatore in Tier 1, è la prima cosa da ottenere; la seconda è la forza mentale e la terza è la conoscenza del gioco. Quindi guardate molti VOD, studiate, scrivete le cose che vedete e memorizzate le strategie”.

Qual è stato il momento durante la partita in cui aveva capito che era finita, che avreste vinto?

Marteen: “IceBox. L’intera metà in attacco, perché il nostro attacco è impeccabile.”

HeartBeat: “IceBox anche per me. Siamo straordinari in attacco, è il nostro lato migliore. Abbiamo tutte le migliori strategie, ma se dovessi individuare un round, credo sia stato il quinto o il sesto, qualcosa del genere, quando eravamo solo io e Afoxx in vita, due contro cinque. NAIS dice: “Abbiamo piantato la bomba” e io dico: “Ce la facciamo, la vinciamo”. Eravamo pieni di fiducia verso noi stessi. Così Afoxx uccide due giocatori, mettiamo la molly perfettamente, ruotiamo le nostre utility. Afoxx è di lato, io ne uccido uno per avere la smoke, sapevamo che era vinta”.

Tra le persone del vostro staff voi avete anche il supporto di due mental coach, Karin Tzarfaty e Zack Solomon, che vi sostengono e con cui fate esercizi per rafforzare la vostra forza mentale. Come vi ha aiutato il lavoro fatto con loro durante la finale?

HeartBeat: “Il lavoro fatto con loro ci ha aiutato tantissimo. Abbiamo imparato a razionalizzare il perché facciamo quel che facciamo, perché mi sento in questo modo quando sono turbato. Ma soprattutto abbiamo imparato come affrontare quelle situazioni e riemergerne. Ed è stato fantastico, li ho ringraziati molto e ci tengo a farlo anche ora: grazie Karin e Zack”.

Marteen: “Concordo a pieno con quello che ha detto lui, è stato fantastico quello che hanno fatto per noi. Grazie Karin e Zack!”

Qual è il prossimo passo che Valorant Italia deve compiere per migliorare?

Marteen: “Una migliore preparazione. Direi che oggi è stata una giornata un po’ piena di panico per noi, e forse anche giocare davanti a un pubblico sarebbe bello a volte. Spero di poter urlare davanti a una folla la prossima volta!”

HeartBeat: “Esattamente lo stesso. Mi piacerebbe avere una folla davanti a me. Voglio sollevare il prossimo trofeo davanti ad una folla. Ho giocato tanto durante il Covid, ho vinto tanti tornei, ma non c’era mai il pubblico. Ho bisogno di sollevare un trofeo davanti a una folla. Quindi per lo Split 2, per favore, fate in modo che ci sia una folla per la Lan!”

Un’ultima domanda, se doveste dire una parola ai vostri fan, e due ai vostri haters, quali parole scegliereste?

Marteen: “Marteen Dad: fan numero uno, sempre. E grazie a tutti gli altri ragazzi per averci supportato! Gli haters continuano a odiare.”

 HeartBeat: “Grazie ai fan per averci dato fiducia. Abbiamo iniziato con uno 0-3 ed è stata davvero dura, ma non ci siamo mai arresi e sono felice che in tanti abbiano avuto fiducia in noi dicendo “questi ragazzi riusciranno a fare un comeback”. Ci avete dato tanta energia, non avete idea quanta. E per gli haters, non siamo abituati a giocare in Lan ma l’abbiamo vinta, e soprattutto non ci siamo arresi. Non credo che il secondo Split sarà diverso.”