La questione è ormai nota: da qualche settimana c’è stata una levata di scudi da parte di alcuni calciatori professionisti che accusano il publisher statunitense Electronic Arts Sports di utilizzare senza alcuna autorizzazioni i loro nomi, e soprattutto i loro volti, nel videogame FIFA 21. L’accordo sui cosiddetti diritti di rappresentanza degli sportivi è solo una delle voci di spesa di una società che realizza titoli di simulazione sportiva, ma fondamentale per determinare il valore del gioco. Una sequenza di azioni legali contro EA Sports potrebbe in qualche modo cambiare le sorti di giochi come FIFA o PES? Potremmo trovarci di fronte ad altri casi come il Piemonte Calcio, costretti a giocare con avatar dai nomi di fantasia, come fu in tempo con i vari Castolo, Minanda & Co.? Nel corso di una chiacchierata con due legali che con la dimensione legale del mondo videoludico hanno una differente quanto ormai comprovata esperienza, sono emersi dettagli curiosi e complessi su una vicenda che dimostra di essere tutt’altro che una boutade.

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