Hybrid, analyst dei Cyclops

Le parole di Riccardo “Hybrid” Massimino Font, analyst dei Cyclops, squadra giapponese impegnata nel prossimo Six Major di Città del Messico. 

Il countdown è ufficialmente partito. Manca sempre meno all’inizio del Six Major di Rainbow Six Siege. La cornice scelta da Ubisoft per il secondo evento internazionale della stagione giocato in Lan è quello di Città del Messico. Ai nastri di partenza ci saranno 15 organizzazioni e anche un po’ di Italia. A rappresentarci, infatti, ci sarà Riccardo “Hybrid” Massimino Font. Da gennaio analyst dei Cyclops Athlete Gaming, tra ambizioni e speranze si è raccontato ai microfoni di EsportsMag.

Partiamo dall’inizio, come è nata l’opportunità di lavorare con i Cyclops?

“Prima dei Cyclops, ero in una squadra sud coreana che militava prima nella Pro League Korea e poi in seguito in APAC North (gli attuali T1, ndr). Da qui, l’opportunità di farmi un nome in APAC. Dopo che l’ex coach dei CAG aveva deciso di spostarsi su Valorant, si erano messi alla ricerca di qualcuno che potesse sostituirlo. Io ormai avevo lasciato la mia ex squadra e quindi mi ero proposto ai Cyclops come possibile coach o analyst. Alla fine Fuji3 ed io siamo stati presi e ci siamo divisi i ruoli: lui è andato a prendere il ruolo di coach e mental coach, io quello di analyst”.

Avete raggiunto, intanto, un risultato straordinario: ovvero la qualificazione al Six Major di Città del Messico. Quali sono le tue impressioni e cosa ti aspetti?

“Finalmente avremo un Major dopo tantissimo tempo. Sarà un evento molto interessante, perché il Six Invitational di qualche mese fa ci ha fatto capire che in questo periodo non c’è un chiaro dominatore della scena competitiva. Reputo che tutte le squadre presenti possano creare situazioni interessanti e soprattutto credo che sia un evento dove moltissime squadre puntino alla vittoria finale”.

Bds, Susquehanna Soniqs, Team oNe eSports i team che andrete ad affrontare. Quali possono essere le insidie di questo girone?

“Si dice che il nostro girone sia il più bilanciato e credo che ciò sia abbastanza vero. Mentre in APAC North ci potevamo permettere di giocare con più serenità, qua non dobbiamo mai abbassare la guardia. Sono tutte squadre che sanno come punirti non appena gli mostri il fianco. Detto questo, però, restiamo convinti: siamo in grado di batterli e che in qualunque caso tutte le squadre del torneo, e non solo del nostro girone, siano alla nostra portata”.

Chi potrebbe, secondo te, recitare il ruolo di mina vagante nel Six Major?

“Le squadre dell’APAC in passato si sono rivelate in alcuni casi ottime candidate per determinare risultati inaspettati. Ovviamente la speranza è che noi possiamo essere una di queste squadre, ma se proprio ti devo dire qualcuno oltre noi, dico Invictus e Furia”.

Spesso ci ritroviamo a fare comparazioni tra le varie regioni. Ci sono, di conseguenza, varie scuole di pensiero nell’interpretare Siege da regione a regione. Come valuti lo stile di gioco delle organizzazioni APAC rispetto a quella EU. Ci sono particolari differenze?

“Ovviamente l’APAC ha uno stile di gioco che molti potrebbero vedere come troppo rischioso o troppo poco strategico. Io credo che si differenzi rispetto a tutte le altre regioni, e non solo all’Europa, principalmente per prendere più azioni istintive o di pancia. Quello che ci rende unici rispetto alle altre squadre dell’APAC è che i nostri comportamenti in game, nonostante sembrino istintivi, sono in realtà molto ragionati e pianificati. Di conseguenza, noi abbiamo una mentalità molto più simile a quella di una squadra europea, ma ci muoviamo nello stesso modo di una dell’APAC. Queste combinazione credo che ci stia aiutando molto con le squadre della nostra regione e spero che funzioni anche nelle competizioni internazionali”.