La prima bomba di mercato dall’apertura ufficiale delle contrattazione tra squadre e giocatori è arrivata dai TSM. Il team di Reginald, secondo quanto riportato da Jacob Wolf durante il Free Agency Show della notte tra il 16 e il 17 novembre, si sarebbe assicurata le prestazioni di Huni. Il toplaner coreano dal 2021 non sarà più considerato import ma local player, permettendo di non occupare un posto per stranieri. Per Huni si tratta del settimo team in sette anni: dopo gli esordi con i Fnatic nel 2015, ha attraverso l’intero globo giocando per gli Immortals nell’LCS, per gli SK Telecom T1 in Corea, con cui ha raggiunto una finale mondiale poi persa contro i Samsung Galaxy, e infine tornare in Nord America per giocare con Echo Fox, Clutch Gaming, poi diventati Dignitas, e nella seconda metà del 2020 è approdato negli Evil Geniuses.

Un carattere eclettico, idolo dei tifosi, Huni è sempre riuscito a farsi voler bene dal pubblico al di là dei risultati. Motivo in più che ha spinto i TSM a puntare su di lui per la prossima stagione, affidandogli la corsia superiore. L’arrivo di Huni libera il tedesco Broken Blade, pronto a tornare in Europa dopo diversi anni in Turchia e gli ultimi due in Nord America: secondo i rumor più recenti sarà il prossimo toplaner degli Schalke04, team che milita nell’LEC, in cui farà compagnia ad Abbedagge in corsia centrale. Un ritorno interessante per un giocatore che esordirà per la prima volta nella massima lega europea dopo un’importante esperienza internazionale, terminata nel modo più disastrosto con lo 0-6 maturato ai Worlds 2020.

Tornando a Huni, suscita qualche domanda la gestione del toplaner coreano da parte della sua ex squadra, gli Evil Geniuses. Ceduto dai Dignitas agli EG ad aprile 2020 dopo appena uno split, gli Evil Geniuses avevano addirittura messo in panchina Jiizuké (oggi confermato come midlaner per il 2021) per liberare un posto da import proprio per Huni e tentare la scalata per l’LCS e la qualificazione al mondiale. Trasferirlo nuovamente dopo uno split quando sembrava che fosse la carta giusta su cui puntare getta un’ombra su due aspetti poco chiari, senza che uno dei due escluda l’altro: la gestione interna del team degli EG e il comportamento del giocatore, forse ritenuto poco consono agli standard del team.