Cambi cromatici da una piattaforma all’altra, ma le schermate di errore sono un po’ il terrore di ogni videogiocatore. Succede con il Blue Screen of Death per i PC player, succedeva con la Red Screen of Death su Playstation 2 o PSP. Bene, con il passare degli anni siamo riusciti ad arrivare ad una nuova varietà di colori. Tanto che negli ultimi giorni a tenere banco è la Purple Screen of Death. E come potete benissimo immaginare, il riferimento è proprio nei confronti di Twitch.

Il gigante dello streaming made in Amazon aveva pensato a questa schermata di errore per combattere la diffusione di AdBlock. Non solo, visto che da inizio anno ha adottato un nuova politica che riguarda l’embed del mini player sui siti esterni. Così, quando Twitch rileva qualche irregolarità, la schermata viola interrompe lo streaming e suggerisce di andare sulla piattaforma principale per una migliore fruizione. Questa schermata tende a scomparire automaticamente e a ricomparire a intervalli più o meno regolari, rovinando l’esperienza streaming sui siti di terze parti.

Introdotto per combattere i furbetti che aggirano le pubblicità tramite AdBlock, la Purple Screen of Death intanto ha cominciato a creare problemi anche al mondo esports. Nello specifico, la prima vittima illustre di questo sistema è stato il PUBG Global Invitational. L’evento poteva essere seguito dai giocatori del battle royale tramite una sezione apposita presente in gioco, che riproponeva la diretta della manifestazione. Tutto secondo i piani, direte voi. Non proprio. Gli utenti che tra una partita e l’altra si stavano gustando la manifestazione, hanno dovuto fare i conti con la schermata di errore. Situazione paradossale, considerando che la sezione esports presente su PUBG (e su molti altri titoli, ndr) è considerata una piattaforma esterna a Twitch. Una scelta, dunque, molto discutibile.

Al momento, intanto, non è chiaro se Twitch andrà a rimuovere la Purple Screen of Death. Le indiscrezioni parlano di un esperimento temporaneo, vedremo nei prossimi mesi i risvolti di questa scelta. La certezza è che i partner della piattaforma, così come le community dei vari videogiochi, non hanno accettato di buongrado questo cambiamento.