Collezionismo digitale (NFT), cosa può dare agli esports?

Il potenziale degli Nft appare già sconfinato, anche per il mondo dei videogiochi competitivi.

Nei 10 anni trascorsi da quando Chris Torres ha creato Nyan Cat, un gatto volante animato con un corpo a forma di merendina che lascia una scia arcobaleno, il meme è stato visto e condiviso sul web centinaia di milioni di volte. A fine febbraio l’autore ne ha messo in vendita una versione unica su Foundation, un sito web per l’acquisto e la vendita di beni digitali. Nell’ultima ora dell’asta, c’è stata una guerra di offerte e Nyan Cat è stato venduto a un utente identificato solo da un numero di portafoglio di criptovalute. Il prezzo? Circa 580mila dollari.

La vendita è stata l’ultimo folle traguardo nel mercato in rapida crescita della compravendita di oggetti digitali tramite NFT, o Non Fungible Tokens. Gli acquirenti di solito non acquisiscono diritti d’autore, brand o la proprietà esclusiva di ciò che comprano ma fanno proprio il diritto di vantarsene e la consapevolezza che la loro copia di un artefatto digitale e comodamente replicabile è quella autentica.

Altri token digitali venduti di recente includono un breve video di 10 secondi venduto per 6 milioni di dollari e una clip di LeBron James che fa un canestro memorabile in una partita di basket dei Lakers, venduta per 100mila dollari. Il sito su cui è stata creata si chiama NBA Top Shot ed è una piattaforma online relativamente nuova in cui i clienti possono raccogliere dei Momenti digitali, ovvero dei brevissimi video di partite giocate nella NBA. Vengono venduti come le figurine del basket per cui comprando un pacchetto si ricevono un determinato numero di momenti casuali.

Il valore di questi oggetti digitali viene da un florido mercato secondario che, esattamente come con le figurine degli atleti più famosi, paga molto bene per i momenti migliori. Gli scatti sono in tutto e per tutto delle carte sportive digitali alimentate dalla tecnologia blockchain, il che significa che sono disponibili in tirature numerate verificabili (senza falsi) e non si degradano come un prodotto fisico. Il nascente mercato di questi articoli riflette una mossa molto furba e avanzata da parte dei creatori di contenuti digitali per connettersi finanziariamente con il loro pubblico ed eliminare gli intermediari. Alcuni acquirenti di NFT sono collezionisti e fan che mostrano ciò che hanno acquistato sui social media o sugli schermi delle loro case.

Il potenziale per il mondo degli esports è sconfinato. É possibile trasformare in NFT qualunque prodotto digitale per cui una teamkill nella Overwatch League o una clutch play all’interno di Valorant potrebbero diventare dei collezionabili che per il compratore giusto possono arrivare a valere migliaia di euro. Le leghe, le organizzazioni, i team, i singoli atleti o i singoli streamer possono “tokenizzare” (trasformare in un token, quindi in un NFT) qualunque loro momento o giocata avvicinandosi di più ai fan e mettendo insieme anche qualche soldo. Il mondo è ancora indeciso se considerare o meno questa pratica una bolla o il principio di una rivoluzione, sicuramente il mondo degli esports non ci metterà molto a comprenderne e sfruttarne il potenziale.

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