Valorant e matchfixing: il punto sulla situazione

Una piccola bomba è scoppiata nel mondo di Valorant dopo le rivelazioni fatte Sean Gares sull’ecosistema di seconda fascia (tier two) nordamericano. Sean “sgares” Gares, per chi non lo conoscesse, è l’attuale General Manager di Shopify Rebellion ed è nel mondo degli esports da più di 20 anni, prima nel mondo di Counter-Strike (come giocatore, caster e coach), ora in quello dello sparatutto tattico di Riot Games.

In un video (che ora ha più di 5,4 milioni di visualizzazioni), il manager parla di matchfixing, cheating e giri di scommesse clandestine incentrati sul circuito di seconda fascia di Valorant. Senza fare nomi di giocatori, allenatori o organizzazioni, sgares parla di una scena “marcia fino al midollo” con “decine di migliaia di dollari sul piatto” per perdere una singola partita.

Nonostante l’impegno di Riot Games sia riconosciuto (Gares dice che anche gli sviluppatori stanno indagando) viene più volte sottolineato il fatto che la causa principale dello stato delle cose è la mancanza di investimenti. “Nei primi tempi” dice nel video, “non c’erano molti soldi, quindi truccare una partita era un qualcosa di imperdonabile, perché tutti gareggiavano solo per amore del gioco. Oggi, invece, i soldi ci sono ma un sacco di posti di lavoro sono andati in fumo nel giro di un paio d’anni, dove siamo arrivati?”

Il risultato dei pochi investimenti è una scena impoverita fatta di player sempre più disperati che per tirare a campare sono sempre più propensi a sacrificare la loro integrità competitiva per un guadagno economico. “Una volta dentro ti tengono per le p**** perché possono ricattarti a vita”, continua Gares, “credevo che le persone ricordassero i tempi in cui questa cosa succedeva in Counter-Strike, ma non è così e oggi la posta in gioco è molto più alta. Il problema è che chi si comporta così rovina l’intero ecosistema e rovina la vita di chi ha sputato sangue e sudore per costruirlo. Mi ci vorrebbero ore per parlare di tutto quello che ho scoperto, a chi è innocente dico ‘registra tutto, tutte le partite, tutte le sessioni’, perché chi sta gestendo questa cosa sparirà a breve e chi ci ha scommesso la carriera dovrà pagare per tutti”.

Diverse altre voci si sono unite a quella di Gares nel condannare l’inazione di Riot e nel sottolineare la continua fuga di organizzazioni e giocatori dalla scena. Rivelazioni importanti sono state promesse per la prossima settimana, vedremo come organizzatori e giocatori reagiranno.

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