Ckibe: quando l'arte incontra gli Esports - l'intervista all'emote artist

Roberta “Ckibe” Sorge, streamer, artista ed emote artist, ha disegnato dal vivo la locandina della finale del Summer Split del PG National.

Per scoprire che rapporto possa esserci tra il mondo dell’arte e quello dell’eSport la abbiamo intervistata, eco cosa ci ha raccontato.

Che opportunità ci sono per gli artisti nel mondo dello streaming?

La premessa obbligatoria che mi sento di fare è che se si vuole lavorare con un pubblico in Italia e avere a che fare con tante persone, la sola arte non è sufficiente: il target di riferimento si affeziona al content creator, al suo carattere e a tutto quello che vuole condividere del suo mondo. Se invece l’intento è unicamente quello di vivere di arte e di lavorare da soli o per qualcuno, le possibilità sono infinite! Basta solo lavorare sodo, acquistare confidenza nelle proprie capacità e nella propria vetrina di lavori svolti, e un passaparola alla volta è possibile conoscere tantissime persone differenti che potrebbero aver bisogno di te e delle tue idee! Consiglio anche di imparare presto l’inglese, dato che altrimenti potrebbero ridursi le possibilità dei possibili clienti di scovarti e chiacchierare.

E in quello degli eSport? Le competizioni hanno bisogno di tanto materiale?

Anche qui mi sento di fare un discorso che mette al centro il Paese in cui sono nata e vivo: no, sicuramente in Italia gli Esport non sono generalmente considerati come fonte di guadagno e intrattenimento, perciò sono pochissime le realtà con cui si potrebbe lavorare e quindi a prescindere da quanto materiale potrebbe necessitare la competizione, serve che molta più gente investa in questo settore per creare budget appositi. Principalmente per i giocatori che competono e successivamente per tutto il materiale grafico che ci si potrebbe costruire attorno.

Tuttavia è un mercato che sto vedendo crescere, ci sono tanti brand partner che guardano all’estero e vedono qui altrettante possibilità, perciò sono grata alle aziende di eSport che mi hanno ingaggiato e mi hanno dato la possibilità di vedere che splendido mondo di intrattenimento ci si prospetta davanti, sono fiduciosa per il futuro.

Sei la firma delle emoticon di tanti grandi nomi su Twitch, come interpreti il loro stile e come concentri l’identità di uno streamer in così pochi pixel?

Sono davvero innamorata del ruolo di emote artist che sono riuscita a crearmi. È un ruolo nuovissimo, ad oggi sono circa sei anni che lo faccio ma all’inizio ho dovuto inventarmi tutto, dai prezzi agli step per capire cosa mi servisse da parte dello streamer e iniziare a raccogliere dati per creare le loro emoticon. A me piace dire che leggo nella mente. Sicuramente devo mettermi in gioco ed essere disposta a fare videochiamate, le domande giuste e soprattutto devo essere curiosa! Non si può conoscere lo stile, l’umorismo e le passioni dello streamer in una sola chiamata, ma siccome riesco a percepire alla perfezione la responsabilità che ho nei confronti del cliente (e le sue alte aspettative) mi viene piuttosto naturale svolgere un lavoro con la massima cura e attenzione, come se quelle emoticon fossero per me (anche se poi dovrò vederle tutte adottate e crescere in altre chat, come dei bimbi).

Com’è stato disegnare dal vivo per il PG Nats?

Disegnare in questi eventi è davvero divertente, ma non è assolutamente qualcosa da sottovalutare. Non potrei mai fare una cosa così e promettere una performance all’altezza delle aspettative senza un’adeguata preparazione ed esperienza alle spalle. La quantità di distrazioni che si presentano é altissima e avendo tutti gli occhi addosso devi essere pronta a dare anche tu spettacolo con i tuoi disegni. La gente vuole vedere il risultato finale, perciò devi anche essere piuttosto svelta nello svolgimento e non lasciarti intimidire da qualche sbaglio che tutti potrebbero vedere in qualsiasi momento.

Diciamo che per dire di sì a questi ingaggi devi sapere tutti i passaggi di quello che succederà al disegno ma essere anche pronta alle incognite. Io mi sono divertita davvero tantissimo e tornare a sentire un pubblico dal vivo dopo tanto tempo è qualcosa che mi ha scaldato il cuore, sicuramente l’entusiasmo ha contribuito a farmi creare qualcosa di nuovo e inaspettato.