Haaland

A sorpresa, Erling Haaland ha dichiarato di non essere appassionato di videogiochi legati al calcio. Una scelta che ha spiazzato un po’ tutti. 

Mettere da parte le faccende legate al campo può essere propedeutico ad allentare la pressione, anche se ti chiami Erling Haaland e l’area di rigore è casa tua. Del resto, le reti segnate tra Premier League e Champions League non fanno neanche più notizia. Il suo legame con i videogiochi, invece, ha attirato l’attenzione di tutti. Non solo degli addetti ai lavori, ma anche dei social e dopo aver abbattuto l’ennesimo record (36 gol in 34 partite nel campionato inglese, ndr), l’attaccante del Manchester City in un’intervista rilasciata a Sky Sports nel dopopartita ha ammesso cosa avrebbe fatto per festeggiare: “Ora andrò a casa, giocherò con qualche videogioco, mangerò qualcosa e poi dormirò”.

Haaland non ha dubbi su Minecraft

Questo ha lasciato i tifosi a speculare su quale fosse il suo videogioco preferito, ma Haaland si è rifiutato di vuotare il sacco. Quando l’intervistatore David Jones gli ha chiesto quali giochi gli piacciono, infatti, l’ex Borussia Dortmund si è rifiutato di rispondere. Troppo imbarazzante, a detta dello stesso Haaland, che su Instagram successivamente si è lasciato andare. La storia condivisa include uno screenshot di Haaland mentre gioca a Minecraft, uno dei videogiochi più popolari di tutti i tempi. L’immagine, ovviamente, è già diventata virale.

Calcio e videogiochi: Haaland ultimo della lista

Quello tra videogiochi e sportivi professionisti sembra essere ormai un connubio perfetto. Nei mesi di lockdown, infatti, diversi calciatori professionisti hanno deciso di dedicare parte del loro tempo a Pc, Xbox o PlayStation. C’è chi addirittura ha provato a reinventarsi streamer su Twitch, come è già successo ad un’altra stella del Manchester City come Sergio Aguero, che una volta appesi gli scarpini al chiodo ha scoperto un nuovo mondo in cui misurarsi e ha anche lanciato un’organizzazione esports. Situazione diversa per David Beckham, pagato attraverso un contratto di sponsorizzazione per diventare il volto di Guild Esports. Si conferma, in ogni caso, quella che è la tendenza di questi ultimi anni. Dall’inizio della pandemia nel marzo 2020, i videogiochi non sono più un tabù. E non solo: perché sport tradizionali ed elettronici sembrano viaggiare ormai sulla stessa lunghezza d’onda.