Esports dietro al solo calcio per casi di match fixing. Oltre 70 corrispondenze sospette sono state rilevate da Sportradar dall’aprile dello scorso anno in ben cinque diversi giochi, mentre sono oltre 40 le segnalazioni sospette da gennaio di quest’anno. 

L’ombra del match fixing ancora una volta si allunga sul mondo dell’esports. Secondo i dati diffusi da Sportradar Integrity Services, fornitore globale di soluzioni per l’integrità dello sport e partner di svariate federazioni e leghe sportive, sono oltre 70 le partite finite al vaglio degli inquirenti. La crescita improvvisa del fenomeno, unita alla possibilità di scommettere sugli eventi esports, sta giocando un ruolo fondamentale in una situazione che rischia di peggiorare.

Il commento di Sportradar

“Il fenomeno delle partite truccate – ha ammesso Andreas Krannich, Managing Director, Integrity Services di Sportradar –  si sta evolvendo. I fixer stanno diversificando il loro approccio. Non solo per quanto riguarda gli sport e le competizioni, ma soprattutto nel modo in cui si approcciano nei confronti degli atleti”.

Numeri negativi

I numeri, del resto, non mentono. Oltre al calcio e agli esports, quest’anno Sportradar ha rilevato attività sospette in 37 partite di tennis, 19 di basket, 11 di tennis tavolo, 9 di hockey su ghiaccio e 6 di cricket. Altre attività sospette sono state identificate nei match di pallavolo, pallamano e beach volley. Sorprendono, dunque, i casi di match fixing legati agli sport elettronici che si piazzano al secondo posto di questa classifica.

L’ultimo caso

A dimostrazione di questo, negli scorsi mesi il mid laner dei Beyond Gaming Chien “Maoan” Mao-An è stato squalificato dai Mondiali di League of Legends. Il giocatore, alla sua seconda stagione da professionista, è finito al centro di un caso di match fixing. Nella sua sentenza, grazie al lavoro del suo team interno, Riot Games ha ottenuto prove definitive che dimostrano che Maoan abbia fornito informazioni interne ad un amico.