Rainbow Six

Quella che sembrava una provocazione, nei fatti è l’obiettivo di Ubisoft: Rainbow Six è centrale nei piani del publisher franco-canadese, ma l’esports continua ad essere un problema.

In pieno anno otto, Ubisoft non ha deciso assolutamente di mollare la presa su Rainbow Six. L’obiettivo del publisher franco-canadese, infatti, è quello di spostare sempre più in alto l’asticella e di portare Siege avanti per i prossimi dieci anni. “Rainbow Six – ha dichiarato Mohammed Benhenneda, Business Strategy and Live Performance Director di Ubisoft – è ancora centrale nei nostri investimenti. Ci stiamo davvero preparando per i prossimi dieci anni”.

Ubisoft in perdita

Nessuna frase di circostanza per tranquillizzare la community, visti le recenti vicissitudini di Ubisoft, che nel frattempo ha cancellato tre giochi in uscita e ha posticipato Skull and Bones. Le prospettive di Rainbow Six, al contrario, sono più rosee che mai. Secondo un rapporto sui guadagni, Siege per la prima metà dell’anno ha rivelato una crescita del 18% su base annua e un nuovo record di Darpu (Daily Average Revenue Per User). Ciò indica che il videogioco permette a Ubisoft di incrementare i propri guadagni. Un aspetto da non sottovalutare assolutamente, visto che nel 2022 il prezzo delle azioni dell’azienda ha subito un calo del 38%, causando anche una perdita di 3 miliardi di dollari nel valore di mercato.

Rainbow Six è qui per restare

Nell’ottobre del 2022, Rainbow Six ha superato gli 85 milioni di giocatori registrati, segnando una crescita di cinque milioni di giocatori in soli otto mesi. L’anno 8 di Siege seguirà la strada tracciata dall’anno 7. Ubisoft, dunque, continuerà a lavorare sulle criticità del videogioco e cercherà di rinnovarlo stagione dopo stagione, senza perdere la vera anima tattica. Cambiamenti come la rielaborazione della ricarica, l’equiparazione della velocità della mira e la rielaborazione del rinculo sono tutti elementi mirati a ridurre la tendenza del “corri e spara” a cui siamo stati abituati negli ultimi tempi.

Un ritorno al passato

Del resto, l’aspetto in cui Rainbow Six Siege eccelle è la rappresentazione di un realismo tattico accompagnato da una pletora di armi e gadget. A differenza di altri giochi Fps presenti sul mercato, che hanno un approccio più o meno lineare, Siege permette ai giocatori di mostrare la propria abilità su diversi livelli, ma l’aspetto tattico resta fondamentale. “Il nostro obiettivo – le parole di Alexander Karpazis, direttore creativo di Rainbow Six – sarà quello di tornare radici di Siege. La tattica è fondamentale ed è un nostro punto di forza che non vogliamo perdere. Anche l’aggiunta di una storia è stata accolta sorprendentemente bene, soprattutto per un gioco Pvp, e ha ulteriormente approfondito l’acquisto da parte dei giocatori”.

Esports croce e delizia per Rainbow Six

L’unico neo di una gestione, nel complesso, positivo è il competitivo. L’esports, nei fatti e non solo, è diventato troppo elitario. Il passaggio al circuito Blast dopo l’esperienza Faceit-Esl e l’apertura ad un sistema senza retrocessioni e promozioni come in passato, hanno letteralmente distrutto le competizioni considerate minori solo sulla carta. Un sistema che penalizza i giovani talenti, impossibilitati a mettersi in mostra senza i tornei Tier 3. Del resto, anche in Italia tutto tace, con Pg Esports che dopo l’Italian Cup non ha più dato spazio a Rainbow Six Siege. L’unico campionato italiano attivo, al momento, è il BeSerious. Semplice riorganizzazione dopo un cambiamento o nessuna voglia di investire in un titolo senza competizione? Ai posteri l’ardua sentenza.