GETAFE, SPAIN - FEBRUARY 08: Alessandro Florenzi of Valencia in action during the Spanish League, La Liga, football match played between Getafe CF and Valencian CF at Coliseum Alfonso Perez stadium on February 08, 2020 in Getafe, Spain. (Photo by Oscar J. Barroso / AFP7 / Europa Press Sports via Getty Images)

In una recente intervista a Sportsweek, l’allegato settimanale della Gazzetta dello Sport, Alessandro Florenzi, calciatore dell’ Associazione Sportiva Roma attualmente in prestito al Valencia, ha raccontato cosa pensa dei videogiochi e della sua esperienza (assieme a Daniele De Rossi) come investitore nei Mkers, uno dei team esports più importanti d’Italia.

Secondo il terzino romanista una console non è nociva, almeno fino a quando la usi con giudizio. Logico che “se ci fai le 6 di mattina lo diventa, ma come ogni cosa. A me non nuoce, anzi, aiuta a stare in gruppo“. Conferma poi le famose partite giocate in ritiro, spesso tirate in ballo dalla stampa generalista come agente di distrazione per i calciatori. Florenzi racconta che a Trigoria, il centro sportivo e sociale dell’AS Roma, giocava spesso con alcuni compagni (Davide Santon e Lorenzo Pellegrini) a Call of Duty: “facevamo la squadra sempre noi tre e andavamo in battle royale, dalla camera soli contro il mondo. Per fortuna Trigoria ha una connessione clamorosa”.

Si parla poi della sua esperienza assieme a De Rossi come investitori nel settore esports, con il team Mkers, e Florenzi conferma che “gli esports sono una realtà emergente, tangibile. Gli sponsor ci investono molto proprio perché se ne stanno accorgendo. Io nella mia attività imprenditoriale lo vedo”. Nello specifico i Mkers sono “tra i migliori team italiani, e in Europa stanno crescendo. E sono una realtà importante non solo per i profitti che contiamo di trarne, ma per il movimento che abbiamo visto nascere attorno”.

Una battuta anche sulla eSerieA, che doveva iniziare a fine marzo, ma è slittata a causa della pandemia, una competizione sulla quale il calciatore lascia trapelare qualche perplessità, pur senza esprimersi: “credo che ora il seguito del calcio vero possa dare molto di più al movimento virtuale che non viceversa. Però…”.