valorant off-season
Immagine via Riot Games

L’Off-Season di Valorant ci sarà o non ci sarà? Abbiamo parlato con Riot Games e PG Esports per capirci qualcosa di più.

Con l’epilogo dell’epica stagione di Valorant Champions 2023, Riot Games ha suscitato l’entusiasmo dei fan annunciando una serie di tornei offseason destinati a mantenere viva l’azione competitiva nei mesi successivi. Questa iniziativa ambiziosa ha coinvolto vari tournament organizer in ogni angolo del globo. L’annuncio ufficiale ha elencato più di 40 eventi che si svolgeranno in Emea, Apac e America, spaziando da spettacolari sfide di un solo giorno con i migliori content creator del mondo a competizioni Lan di grande portata che vedranno le squadre più talentuose del pianeta sfidarsi davanti a migliaia di persone.

 

Tuttavia, per gli appassionati e i team italiani coinvolti nella Valorant Challengers League dell’Italia, c’era una deludente notizia in arrivo: nel primo elenco di paesi coinvolti nell’Off-Season il nostro non era presente. Ma se la fine della stagione competitiva 2023 di Valorant in Italia sembrava già segnata, perché ci sono state così tante lamentele su X, l’ormai ex-Twitter a più di un mese di distanza dall’annuncio?

Voci di corridoio sull’Off-Season di Valorant

Il 9 agosto, PG Esports aveva inviato una comunicazione alle organizzazioni partecipanti alla Challenger italiana Rinascimento del 2023 che aveva destato l’entusiasmo delle squadre. Nel messaggio il tournament organizer aveva confermato di aver vinto la gara per ottenere la licenza di Valorant anche per la stagione Off-Season. Nella stessa aveva espresso l’intenzione di realizzare “campionati molto brevi” che si sarebbero conclusi con finali durante due degli eventi più prestigiosi d’Italia: Lucca Comics & Games e Milan Games Week. Tuttavia, la comunicazione aveva chiaramente sottolineato l’incertezza che circondava questi progetti, data l’assenza, in quel momento, di sponsor per entrambi gli eventi. 

Benché PG Esports avesse evidenziato gli sforzi per garantire il supporto finanziario necessario, la conferma ufficiale della vittoria dell’appalto era giunta alle squadre solamente due giorni prima dell’annuncio ufficiale di Riot riguardante gli altri tornei dell’Off-Season. Poco più di un mese dopo la prima comunicazione PGE ha contattato nuovamente i team per condividere un aggiornamento in merito all’Off-Season. Il 14 Settembre i team furono informati che sì, ci sarebbe stata un’Off-Season, ma non li avrebbe coinvolti. Invece, il formato, ancora non confermato, avrebbe coinvolto i talent ed alcuni pro-player della community di Valorant.

Dai social ai diretti interessati

La notizia si è velocemente sparsa nella community e sui social, accendendo immediatamente l’animo dei giocatori contrariati dall’assenza di un evento competitivo, esport, di Valorant prima dell’inizio della stagione 2024. Questi sentimenti sono rapidamente giunti all’attenzione di Riot Games e PG Esport che nella settimana successiva hanno consentito a rilasciare interviste riguardo l’accaduto per spiegare in trasparenza tempistiche,  problematiche e soluzioni che negli ultimi cinque mesi hanno modellato l’Off-Season di Valorant in Italia per questo 2023. 

In una videochiamata con diversi membri della community di Valorant, inclusi giocatori e team manager, Carlo Barone, Brand Manager Italy a Riot Games, ha per primo fatto luce su alcuni punti di questa vicenda. Due giorni dopo abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Giulia Reginato, Product Owner, e Marco Soranno, Esports Product Manager, principali responsabili della Vci per PG Esports. 

L’origine dell’Off Season di Valorant

Iniziando dallo spiegare cosa è effettivamente l’Off-Season, Barone ha evidenziato i procedimenti iniziati a maggio di quest’anno, partendo dall’ invio del RFP (Request for Proposal) che è stato inviato a partner interessati ad organizzare eventi nella seconda metà dell’anno. Alla stessa si sono presentati due candidati: PG Esports e Qlash. Tuttavia, Qlash si è ritirata “all’ultimo momento”, lasciando PG Esports come unico contendente. 

Pochi mesi dopo, a luglio, come poi hanno evidenziato i portavoce dell’azienda, PG Esports aveva ottenuto il via libera per poter organizzare eventi nell’Off-Season. Non la conferma né approvazione per il formato, al tempo ancora in fase decisionale. Ma la problematica principale, come spesso accade in situazioni similari, era la necessità di trovare uno sponsor per la realizzazione degli eventi. Barone ha poi dichiarato: “Qui non si trattava della volontà di fare un offseason, qui si trattava della capacità di poterla realizzare“.

No sponsor, no party

L’assenza di sponsor è stata una degli ostacoli principali che hanno rallentato la realizzazione dell’Off-Season in Italia. 

La volontà di creare molteplici eventi in Italia, anche in concomitanza con le fiere più importanti del settore sul territorio, richiede “risorse diverse” rispetto a quelle utilizzate per il campionato del 2023 del Rinascimento. Inizialmente l’obiettivo di PGE e Riot era di creare un evento competitivo per soddisfare le squadre e i giocatori e un altro per coinvolgere un pubblico più ampio. Tuttavia l’assenza di sponsor disposti ad investire hanno portato verso progetti diversi da quelle inizialmente pianificati, un’assenza motivata da due fattori principali, secondo quanto detto dall’Esports Product Manager di PGE. 

Il primo legato ad una sfida temporale nel processo di ricerca di sponsor: “Noi abbiamo venduto la stagione di Valorant a novembre (2022) e a quel tempo non avevamo la licenza per l’Off-Season. L’RFP è arrivata a maggio e l’abbiamo vinta a luglio e a luglio è tardi per trovare sponsor perché generalmente le aziende decidono come investire il proprio budget l’anno prima”, ha sottolineato Soranno. “Semplicemente non è facile trovare dei partner o degli sponsor a luglio per settembre“.

Il secondo fattore è legato alla raison d’être dell’Off-Season. Giulia Reginato ha spiegato che la ricerca di sponsor da parte di PGE è costante durante tutto l’anno ma le aziende richiedono un progetto definito e completo e l’Off-Season non l’aveva. 

In questo momento ll’Off-Season non ha ancora un posto ben definito nell’ecosistema di Valorant”, ha commentato Soranno per poi lasciare la parola a Reginato che ha evidenziato come anche Riot stessa sia “arrivata tardi” a delineare il punto centrale dell’Off-Season 2023. “Ciò vuol dire che più sei a ridosso della creazione e realizzazione del prodotto e più fai fatica a trovare sponsor”, ha concluso la Product Owner. 

Soranno ha poi aggiunto: “Il nostro dubbio principale, che abbiamo espresso a Riot Berlino, era: ‘se deve essere un Off-Season competitiva, perché non fa parte del campionato?’ Concettualmente e strategicamente, non ha molto senso avere un torneo identico al Rinascimento se non ne fa parte”, ha spiegato Soranno, evidenziando che in definitiva l’obiettivo di questi eventi è quello di ampliare la base di fan e attirare l’attenzione dei casual viewers verso il Rinascimento.

Similarmente, Riot Games e PGE hanno sottolineato come il campionato di Valorant in Italia sia ancora agli inizi, e il gioco stesso è un “prodotto giovane” e, nonostante le difficoltà di reperire risorse finanziarie, il primo anno della Vci ha avuto sponsor e partner. E sembrerebbe che le difficoltà siano state superate anche per l’Off-Season 2023, ma non senza un aiuto dall’interno. 

L’Off-Season di Valorant, di PG perlomeno, è un offseason che non ha sponsor”, ha commentato Barone. “Ci ho messo una mano di mio ma sono azioni che non aiutano la sostenibilità dell’ecosistema. Se devo chiaramente giudicare lo stato del mercato, posso dire che è un momento complicato, a livello economico generale, non solo per gli esport. Questo non vuole essere una giustificazione, ma bisogna essere consci del momento storico che stiamo vivendo“. 

Oltre alla recessione globale, Barone ha anche citato le sfide culturali e di percezione legate agli sparatutto in prima persona (FPS) e alle armi nei videogiochi in Italia tra gli ostacoli incontrati quest’anno. Ha osservato che Valorant ha sì dei vantaggi di visual gameplay che altri FPS non hanno, ma esistono ancora pregiudizi che scoraggiano alcune aziende dall’investire nella scena competitiva. Inoltre, come sottolineato da Barone, in Italia le difficoltà nel vendere un progetto che coinvolge un gioco per PC sono maggiori rispetto al provare a coinvolgere aziende su un progetto incentrato su un gioco per console.

Passando per le squadre della Valorant Challenger italiana

Tuttavia le complicazioni nel portare in vita un evento per questa ultima parte dell’anno non si limitavano alla mancanza di sponsor, a detta di PGE e Riot. Trovare squadre disponibili a partecipare a eventi durante l’Off-Season è stata “una sfida” a detta di PGE, con “meno del 50% delle squadre del Rinascimento pronte ad investire nella seconda parte dell’anno” già a luglio. Le squadre che avevano declinato l’invito di partecipazione lo avevano fatto per svariati motivi tra i quali la mancanza di roster pronti a giocare questo autunno e la cessione di slot a nuove organizzazioni. Anche Riot ha poi confermato che “non tutti i team avevano i roster pronti”, e questo ha reso la creazione di un formato adatto all’Off-Season un compito arduo per il tournament organizer.

La Product Owner ha anche evidenziato una mancanza di comunicazione tra PGE e le squadre coinvolte dicendo di non aver ricevuto risposta alle mail da lei inviate nel corso delle passate settimane. “Dopo il caos sui social abbiamo detto alle squadre che siamo disposti ad andare incontro alle richieste loro, ma di risposte ad oggi ne abbiamo ricevuta solamente una”, ha continuato Reginato. “Mi sembra un po’ tutto fatto per attirare attenzione sui social che realmente poi per l’interesse di fare qualcosa per la community”.

In merito alle comunicazioni ambigue tra PG Esports e le squadre, Barone ha evidenziato come questa problematica sia purtroppo ricorrente. “In PGE lavorano con un loro metodo non sempre congruo alla nostra visione. Questo è anche un po’ colpa nostra [di Riot], nel senso che negli ultimi 4 anni non siamo stati qui a dargli una mano su determinati aspetti.”

Il Brand Manager ha poi continuato: “Ovviamente non è obbligatorio che loro condividano quella che è la nostra visione di come gestire la community, è preferibile e sotto molti aspetti lo fanno, però ci sono molti altri ambiti su cui dobbiamo lavorare. Ad esempio uno dei miei progetti per il 2024 è occuparmi del PG Nationals di League of Legends, perché è un prodotto che è stato un po’ trascurato o comunque gestito in una maniera che oggi non sta dando molti risultati. Quindi ci saranno delle novità anche qui molto presto”.

Se diversi team si erano già ritirati dal partecipare all’Off-Season 2023 quest’estate e hanno intenzione di tornare su Valorant solamente nel 2024, altri, come i Dsyre, hanno guardato oltre i confini nazionali per opportunità da offrire ai propri giocatori. 

Tutti i movimenti dell panorama di Valorant in Italia degli ultimi mesi sono purtroppo frutto di informazioni non confermate e mancate comunicazioni pubbliche, che non soffocano le speranze di avere eventi dal vivo, ma non giovano ad un ecosistema che deve ricercare risorse rincorrendo scadenze e promesse a fatte a voce. 

Talent, pro-player & fans

Per non astenersi da eventi fimati Valorant fino al 2024, PGE in collaborazione con Riot ha optato per un evento che coinvolgerà talent e pro-player italiani. Sebbene la conferma ufficiale del formato dell’Off-Season Italiana non sia ancora arrivata a nessuno degli attori dell’ecosistema, il coinvolgimento di content creator sembrerebbe essere inevitabile. 

Sebbene possa essere complicato trovare un ponte tra un evento con talent e pro-players e l’immediato vantaggio per l’ecosistema competitivo del paese, sia PGE che Riot evidenziano gli stessi benefici. “Come ben sappiamo delle persone che giocano a Valorant solo una piccola parte segue il competitivo,” ha commentato Soranno. “Se io apro questo mondo ai talent, che sono seguiti da più persone rispetto a quelle che seguono il competitivo vuol dire che avvicino il mondo Valorant, il mondo competitivo, attraverso i talent, e con la nostra idea avremmo coinvolto la parte di community che avrebbe avvicinato nuova audience. 

L’obiettivo è quello di far accrescere il pubblico e fan del Rinascimento andando a mirare alla porzione di giocatori di Valorant che ancora non seguono il suo lato competitivo. Ed in un certo senso le voci sui social hanno portato proprio a questo. 

Anche Barone ha fatto notare come successivamente agli avvenimenti sui social l’interesse della community italiana di Valorant, oltre ai confini della sua scena competitiva, e dei suoi talent non è mancato, e almeno quattro diverse proposte alternative per eventi di Off-Season sono emerse nel giro di pochi giorni. Ha però aggiunto: “La verità è che ho un po’ le mani legate da Berlino: sono loro che devono approvare gli eventi che coinvolgono i giocatori professionisti. L’aspetto positivo è che Qlash ha rinnovato l’interesse per l’Off-Season presentando una nuova proposta“.

Ri-Rinascimento 2024

I rappresentanti di PGE hanno sottolineato le sfide nel creare un’ Off-Season di Valorant in Italia, dalla difficoltà nel reperire sponsor alla mancanza di squadre pronte a partecipare, sottolineando come tutte le voci di corridoio che girano al momento riguardano eventi non confermati. Sia PGE che Riot hanno preferito optare per un silenzio stampa invece che ufficialmente annunciare eventi di cui non hanno certezza del formato, luogo, o data. 

Guardando al futuro, Barone ha confermato che nel 2024 ci sarà la Challenger League in Italia ma la data esatta deve ancora essere definita. Sul tavolo ci sono anche proposte per far iniziare la stagione competitiva prima, con la possibilità di tre split, ma tutto dipenderà dalla disponibilità di risorse di PGE e Riot.

Barone ha voluto concludere con un messaggio positivo per la community: “Non dovete prendere quello che sta accadendo come un ‘allora sarà sempre peggio’. Bisogna guardare alle circostanze e pensare che è stato raggiunto un obiettivo ed è stato fatto con orgoglio, e su quell’obiettivo c’è la volontà di costruire un futuro migliore“.

In attesa di annunci ufficiali possiamo dire che l’Off-Season di Valorant in Italia per il 2023 non dovrebbe essere a rischio ma l’assenza di un evento completamente competitivo, esport, si farà sentire. Le sfide per creare un ecosistema migliore su suolo nazionale sono numerose ma la volontà di migliorare le cose è presente e la community italiana di Valorant rimane vigile e attiva, affamata di successi futuri.