Nel corso di un convegno a Roma arriva la precisazione di Barbone sulla “imprescindibile collaborazione tra il mondo sportivo e i publisher dei videogiochi”. Qualche preoccupazione da Pancalli sul tema disabilità, perché “gli sport virtuali devono rimanere inclusivi”, mentre Malagò chiede di fare chiarezza e non chiamarli più esports.

Stando a una indiscrezione raccolta da EsportsMag si chiamerà Fisv, Federazione italiana sport virtuali, la nuova federazione dedicata agli esports (ma poi vedremo perché il Coni non li chiama così) che nascerà dal lavoro svolto dal comitato guidato da Michele Barbone. La nuova federazione, che avrebbe dovuto essere presentata nel marzo scorso, ha subito un rallentamento per volontà del Coni, che era ormai prossimo al rinnovo dei suoi vertici (avvenuto a inizio maggio). Ora manca davvero poco, come ci ha spiegato direttamente Barbone, “potrà essere annunciata dopo la decisione della Giunta Nazionale e del Consiglio Nazionale del Coni”. Non ci sono ancora date ufficiali, probabilmente serve ancora qualche settimana.

Nel frattempo lunedì scorso, 24 maggio, al Salone d’Onore del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, si è svolto un convegno nel corso del quale è stato fatto un ulteriore passo avanti, con qualche importante precisazione, per chiarire il rapporto che c’è tra sport tradizionale (e il suo massimo organismo rappresentativo a livello nazionale) e il settore del videogioco competitivo.

Il Convegno, istituito dallo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò e presieduto da Michele Barbone, che riunisce le competenze degli enti Fies, Federazione italiana esports e Federesports, è arrivato a poche settimane dall’annuncio del Cio, il Comitato Olimpico Internazionale, che ha lanciato le Olympic Virtual Series, il primo esperimento legato agli esports in ambito olimpico. Un progetto nato in collaborazione con le federazioni internazionali di baseball, ciclismo, vela, motori e canottaggio, supportato anche dai publisher titolari dei videogiochi coinvolti.

Una prima precisazione importante arriva da parte di Malagò, ed è sulla nomenclatura: se tante volte anche il mondo del gaming competitivo si è chiesto quanto fosse corretto il nome esports affibiato ai videogiochi competitivi, senza però avere il coraggio di andare oltre a un futile dibattito sul “si scrive e-Sports, anzi, eSports, anzi esports…”, il Coni, che comunque è l’ultimo arrivato, dimostra di aver valutato la questione e lancia una proposta: “la parola esports deve essere sostituita da Virtual Sports – ha spiegato Malagò – perché spiega meglio di cosa si tratta”. Secondo il presidente Malagò questo fenomeno non può essere fermato e anzi sarebbe più indicato che ci fosse un organismo “che lo controlla, lo vigila, lo supporta, detta le regole”.

Dello stesso avviso anche Michele Barbone che ha dipinto un quadro roseo del futuro degli sport virtuali nel panorama sportivo, raccomandando alle varie federazioni la necessità di collaborare con gli editori dei vari videogiochi: “non è possibile pensare di riuscire a interagire con questo fenomeno senza una profonda e proficua collaborazione con chi il videogioco lo crea e lo pubblica e ne detiene i diritti di utilizzo.”

Francesco Ritti Bicci, presidente Asoif, ha raccontato l’attuale settore e mercato degli
esports a livello italiano e internazionale, confermando di fatto le parole di Barbone: “Già
adesso a livello mondiale le varie federazioni internazionali hanno stretto accordi con i vari
publisher: la collaborazione tra il mondo sportivo istituzionale e i publisher è imprescindibile.”

Non è infatti una sorpresa che le stesse Olympic Virtual Series siano state presentate, su
ogni disciplina, con l’aiuto di un editore: eBaseball Powerful Pro 2020 di Konami per il
baseball, Zwift per il ciclismo, Open Format per il canottaggio, Virtual Regatta SAS per la
vela e infine Gran Turismo di Polyphony Digital con l’appoggio diretto della FIA.
Qualche dubbio è stato invece posto da Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano
Paralimpico. Seppur riconoscendo il valore degli sport virtuali e le enormi opportunità che
può offrire a chi vive con delle disabilità, ha espresso preoccupazione sul fatto che “non
vorrei che da settore inclusivo si trasformi a settore esclusivo. Per noi disabili lo sport rappresenta un modo per uscire di casa e dalle barriere: sono preoccupato che questo
settore possa invece invogliarci a rimanere tra le mura. Nonostante ciò confermo il pieno
supporto del nostro comitato a tutte le iniziative legate agli sport virtuali: sono convinto che collaborando insieme faremo un grande percorso.”

Al convegno è intervenuta anche la Ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone in
rappresentanza proprio dell’attuale esecutivo: “Il binomio giovani-sport e’ un faro per questo Governo. Gli sport elettronici rappresentano una grandissima sfida per il nostro Paese, innanzitutto culturale: lo sviluppo tecnologico può determinare per i nostri ragazzi delle opportunità che dobbiamo riuscire a declinare nel modo migliore. La pandemia ci ha posto una nuova sfida: possiamo decidere se lasciare soli i nostri giovani o se accompagnarli. A me piacerebbe che tra un anno o due si possa arrivare ad offrire ai nostri ragazzi non solo il campo di calcetto ma anche lo sport virtuale, che non deve essere visto come un sostituto della pratica fisica, ma come un’attività’ che può’ permettere di sviluppare importante dinamiche psico-emotive”.


Proprio allo scopo di avvicinare e avvicinarsi ancora di più ai giovani il presidente Malagò ha
annunciato che nel Comitato promotore esports entreranno due nuove figure, rappresentanti dello sport nonché leggende olimpiche: Alessandra Sensini e Fiona May. Nel frattempo il comitato proseguirà il suo lavoro per costituire quindi il nuovo soggetto che, come ci aveva spiegato Barbone qualche mese fa, è già pronto e attende solo l’ufficialità.