In 120 all’hackathon al Tempio di Adriano, domenica la premiazione. “Questa è socializzazione”, parola di Andrea Ferlito, Cto Codemotion

Tutto esaurito nella splendida cornice del Tempio di Adriano, a Roma, dove 120 ragazzi, tra sviluppatori, grafici, designer, musicisti e appassionati si sono ritrovati per l’ottava edizione del Global Game Jam, l’hackathon di 48 ore dedicato al mondo del videogioco. Quello della Capitale è solo uno degli 850 eventi organizzati in contemporanea in tutto il mondo, da Londra a Pechino, passando per Parigi e Cape Town.

FUORI IN 48 ORE – Obiettivo della “competizione”, per cui sono previsti solo ambitissimi premi in gloria, è la realizzazione di un prototipo di videogioco entro domenica pomeriggio. Quarantott’ore di fuoco che i ragazzi trascorreranno nella suggestiva cornice del Tempio di Adriano, confrontandosi tra professionisti del settore e semplici aspiranti sviluppatori.

LA “CASA” – Non si parla del Grande Fratello, ma del tema che è stato assegnato quest’anno agli sviluppatori: la “Casa”. Ogni gruppo di lavoro dovrà dunque cercare di creare un videogioco pensando a qualcosa che possa riguardare la casa, dando spazio ovviamente a idee innovative e con la possibilità di utilizzare qualsiasi piattaforma e software. E chissà che non ci scappi pure qualche titolo esportivo, magari con una gara virtuale di macchinine sulle scale di casa.

“SOCIALIZZAZIONE” – All’evento hanno aderito non solo sviluppatori romani ma anche tanti ragazzi di altre regioni. La loro sarà un’esperienza globale, fianco a fianco con “colleghi” o aspiranti tali. “Quello che consigliamo a chi partecipa alla nostra manifestazione – spiega il direttore tecnico di Codemotion, Andrea Ferlito – è quello di partecipare da soli e aggregarsi poi con altri gruppi. Per noi quest’evento rappresenta soprattutto socializzazione”. Sono in molti ad aver preparato materassi di fortuna per trascorrere le due notti che li separano dalla cerimonia di premiazione di domenica pomeriggio.

STORIE DI SUCCESSO – “Non sono rari i casi in cui dalla Global Jam siano nate società o siano stati prodotti videogiochi che proprio qui avevano trovato gestazione”, sottolinea Ferlito. Nel 2015 un team di ragazzi conosciutisi proprio durante la Jam fondò un’azienda che a breve presenterà sul mercato Daymare 1998. La MorbidWare, invece, ha immesso sul mercato il gioco con cui ha vinto la Jam del 2016 (Ray Bibbia, oggi Texorcist) grazie ad un contratto con un importante publisher straniero.