Continuiamo il nostro viaggio attraverso le più grandi crepe presenti nei titoli esports, le problematiche più odiose, quelle che possono rovinare una partita sul più bello.

Questa volta è il turno di Rainbow Six Siege che vede tra i suoi difetti principali quello della tossicità della propria community. Non sono state rare infatti le prese di posizione da parte di Ubisoft per cercare di arginare l’astio tra gli utenti.

Tra i problemi più diffusi ci sono soprattutto gli insulti che i giocatori si scambiano all’interno della chat di gioco, spesso scaturiti da una notevole differenza di livello oltre che da omofobia e razzismo. A causa di ciò la software house francese ha deciso di non avere nessuna tolleranza verso i giocatori tossici bannandoli permanentemente.

Oltre alla chat di gioco, i problemi della community si possono notare anche durante alcuni match. All’inizio di alcune partite infatti avviene team killing che, per chi non lo sapesse, sta nell’uccidere il proprio compagno di squadra unicamente perchè il suo livello è molto più basso, rendendo a quest’ultimo molto più difficile crescere all’interno del gioco.

Come già detto in precedenza Ubisoft sta usando il pugno di ferro per frenare questi comportamenti sbagliati degli utenti tossici della community. Non sono mancate però le critiche di utenti “per bene” che si sono lamentati delle troppe restrizioni imposte dalla casa di sviluppo che ha bannato anche parole che possono sì rimandare a qualcosa di offensivo in una lingua, ma in un’altra sono di uso comune.