Nella notte di San Lorenzo oltre le stelle e il governo italiano è caduta anche l’ultima speranza che la trattativa tra gli Echo Fox e la Kroenke Sports & Entertainment andasse a buon fine. Gli Echo Fox sono alla ricerca di un acquirente per il proprio slot all’interno dell’LCS, competizione nordamericana di League of Legends, da diversi mesi: da quando, ovvero, a maggio il fondatore e proprietario Rick Fox, ex-star NBA, aveva annunciato il suo addio in seguito alla querelle farcita di minacce ed epiteti razzisti avuta con uno degli azionisti, Amit Raizada. 

Nella seconda metà di luglio l’annuncio dell’accordo raggiunto con la Kroenke Sports & Entertainment, società che vanta già la proprietà del club inglese dell’Arsenal, dei Denver Nuggets e dei Los Angeles Gladiators. Un accordo basato su una cifra di 30,25 milioni $, compresa di debiti e pagamenti ancora da effettuare per la partecipazione all’LCS. È stata la stessa organizzazione esport a comunicare il naufragare delle trattative, accusando la controparte: 

“A causa di problematiche non collegate agli Echo Fox, la Kroenke S&E non ha rispettato i requisiti richiesti da Riot Games per l’acquisizione e la partecipazione alla lega. Pertanto lo slot rimane agli Echo Fox.”

Robert Moore, CEO dei Sentinels e responsabile delle iniziative esport della Kroenke S&E.

Il principale indiziato dell’annullamento del matrimonio aziendale è indubbiamente Rob Moore, CEO dei Sentinels, organizzazione esport legata a doppio filo con la Kroenke: Moore ha recentemente citato in giudizio la Kroenke per aver violato gli accordi tra le due parti. Violazione arrivata proprio con la decisione di acquisire gli Echo Fox, di cui Moore ha affermato esserne stato tenuto all’oscuro, contrariamente a quanto previsto per qualsiasi iniziativa della Kroenke in ambito esport. 

Fumoso adesso il futuro degli Echo Fox. Secondo alcune fonti al di là dell’Atlantico prima della Kroenke era stata la Dick Clark Productions Group a farsi avanti. Una società guidata da Allen Shapiro che risulta però avere quote di minoranza nella aXiomatic, società che detiene la proprietà del Team Liquid, altro team dell’LCS: situazioni che per le regole della lega non possono coesistere. Altre voci, infine, parlano dell’interessamento degli Evil Geniuses, che recentemente hanno annunciato l’addio a Call of Duty, e dei Complexity Gaming, da anni lontani dalla scena di League of Legends.

Nell’attesa di conoscere il nuovo proprietario, la loro stagione all’LCS si è conclusa con un triste ultimo posto: quattro vittorie e quattordici sconfitte che testimoniano chiaramente come la difficile situazione societaria si sia riversata interamente sulle prestazioni competitive sulla Landa.