Doveva essere un grande successo, e così è stato. Domenica 3 dicembre è calato il sipario sul DreamHack Winter 2017, l’evento più atteso dell’anno tra gli appassionati di esport, videogame e tecnologia in generale: sebbene non si conoscano ancora i numeri, si parla di oltre 20.000 visitatori in tre giorni. Teatro della manifestazione è stato l’Elmia Convention Center di Jonkoping, cittadina svedese a circa 150 chilometri di distanza dall’aeroporto di Goteborg – da attraversare comodamente in poco più di un’ora, e senza autostrada.
DreamHack Winter 2017: cronaca di un successo annunciato
StarCraft II, ‘esordio olimpico’ a Pyeongchang
Nelle ultime settimane si è molto parlato della possibilità di vedere gli esport inseriti nel programma delle Olimpiadi del futuro. Sebbene il Cio, Comitato Internazionale Olimpico, abbia aperto le porte al settore dei videogiochi competitivi, in molti – tra dirigenti sportivi, media e opinione pubblica – hanno storto il naso. L’occasione di vedere un esport alle Olimpiadi, però, è dietro l’angolo. O meglio, non proprio alle Olimpiadi, ma quasi: un torneo di StarCraft II prima delle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang, che si svolgeranno dal 9 al 25 febbraio 2018.
Fifa18 nella bufera! Polemiche e petizioni online
Polemiche, flame sui social e ora anche petizioni sul popolare sito di protesta online, Change.org: ci sono troppi errori e promesse non rispettate su FIFA18, il gioco principe di calcio su console della EA Sports e sul quale ruotano le principali competizioni videoludiche che infiammano le arene mondiali oltre a quelle online. Insomma a finire sotto il ciclone delle polemiche non è solo Star Wars Battlefront 2, un altro titolo aspramente criticato da esperti e players.
eSports: ecco come si prepara un pro gamer
Anche se in Italia il movimento degli eSports deve ancora esplodere, in molti altri Paesi il settore videoludico competitivo è già ricco di team, giocatori professionisti e manifestazioni di ogni genere –il DreamHack, di cui abbiamo già parlato, è soltanto uno dei moltissimi esempi. Mentre al Cio (Comitato olimpico internazionale) impazza la discussione sull’eventualità di inserire gli eSports nel programma olimpico, tra dirigenti che si sono mostrati aperti e chiusure (anche piuttosto ottuse) nette, per l’opinione pubblica è ancora difficile rendersi conto che un gamer professionista di successo deve fare una vita molto simile a quella di un atleta.
Mens sana in corpore sano – Uno degli argomenti più utilizzati da chi non crede che gli esport debbano far parte delle Olimpiadi è la mancanza di attività fisica. Posto che esistono tante discipline in cui il concetto di fatica fisica è relativo (curling, carabina, tiro a volo, eccetera eccetera), è tempo di sfatare il mito del videogiocatore un po’ sovrappeso e asociale che passa le giornate seduto davanti al monitor a rimpinzarsi di schifezze.
Recentemente, ad esempio, Mikolaj ‘Elazer’ Ogonowski, giocatore di StarCraft II che milita nel Team Qlash, ha dichiarato come in preparazione ad un grande evento passi molto tempo in palestra, affermando inoltre di curare l’alimentazione nei minimi dettagli. E stiamo parlando di un ragazzo classe 1997 dalla corporatura decisamente longilinea.
Questo perché StarCraft II è uno strategico in tempo reale che mette a durissima prova soprattutto riflessi e concentrazione, e che richiede un livello di preparazione tattica e strategica che si ritrova in poche altre discipline: da qui la necessità di essere al top della forma, non solo mentalmente ma anche fisicamente.
Preparazione scientifica – Tutti i principali team di esport, poi, mettono a disposizione dei propri player vere e proprie strutture polifunzionali, dove i giocatori possono riunirsi, vivere insieme, condividere le esperienze (di gioco e non solo), allenarsi quotidianamente e interfacciarsi con personale qualificato che si occupa della loro crescita – come gamer e come persone. Abbiamo già accennato alla QLASH House di Treviso, dove il Team Pro di Hearthstone passerà i cinque giorni precedenti il DreamHack Winter 2017 ad affinare i propri mazzi, in vista dell’Hearthstone Grand Prix da $25.000 di montepremi, ma di esempi ce ne sono davvero tanti.
Le Gaming House – Queste gaming house sono particolarmente importanti per i giochi di squadra, come ad esempio VainGlory, un MOBA in cui proprio il Team QLASH sta affrontando un vero campionato di livello internazionale. Lo scorso settembre, il Team QLASH è volato a Los Angeles per le finali live del Vainglory Summer Unified Championship 2017, dove ha sfidato i più forti team del panorama mondiale. Tutte realtà, queste, che hanno la possibilità di appoggiarsi a strutture importanti, con game coach e analyst che lavorano sulle skill dei giocatori e soprattutto sullo spirito di squadra, fondamentale per prevalere in titoli quali non solo VainGlory, ma anche League of Legends e Dota 2.
Non chiamateli nerd – Insomma, la figura del pro gamer oggi è molto più complessa di quanto l’opinione pubblica possa pensare, almeno nel nostro Paese. Il videogiocatore professionista si allena parecchie ore al giorno, studia per migliorare, si confronta con gli avversari e i compagni di squadra. Vince, pareggia (quando è previsto), perde. Lotta, suda, cade, si rialza. A volte si arrabbia, altre volte gioisce.
Non vi sembra la stessa identica descrizione di qualsiasi sportivo tradizionale?
DreamHack Winter 2017: la guida all’evento dell’anno per gli eSports
Dall’1 al 3 dicembre, presso l’Elmia Convention Center di Jönköping (Svezia) ci sarà ilDreamHack Winter 2017, la kermesse più longeva e famosa al mondo dedicata al mondo dei videogiochi competitivi, meglio conosciuti come eSports.
Da Counter-Strike a Dota 2, passando per H1Z1 e naturalmente Hearthstone, sarà una tre giorni dedicata alla competizione ai massimi livelli, con decine di migliaia tra professionisti e soprattutto semplici appassionati a scombussolare la tranquillità della cittadina nordica.
Dario ‘Pool8’ Ripa, Luca ‘Bertels’ Bertelli, Simone ‘VKing’ Larivera, Federica ‘MaeveDonovan’ Campana, Gabriele ‘Wolcat’ Catterin e il neo-acquisto Andrea ‘Yawgmoth’ Gereon sono senza dubbio alcuni dei migliori giocatori di Hearthstone nel nostro Paese, con alle spalle diversi risultati di prestigio.
QLASH ai Bootcamp – Il Team si riunirà questo weekend, più precisamente dal 25 al 29 novembre, per un vero e proprio bootcamp nella QLASH House di Treviso. I giocatori avranno a disposizione tutti gli strumenti per allenarsi e testare, per una full immersion a pochi giorni dal DreamHack Winter 2017.
Un vero e proprio festival – Ma il DreamHack Winter 2017 non ruoterà soltanto attorno agli esport. I 34.000 metri quadrati dell’Elmia Convention Center ospiteranno infatti anche espositori, aziende legate al mondo della tecnologia, stand dedicati al merchandise e tanto altro ancora. Non mancherà una vasta area dedicata al LAN party, con oltre 23.000 dispositivi unici. Tante anche le competizioni non propriamente legate al mondo del gaming, come ad esempio il contest dedicato ai cosplayer. Ci sarà anche tanta musica, con una serie di artisti che si esibiranno sul Main Stage, come ad esempio Anis Don Demina, i Bass Modulators, Mr Weebl’s Stuff, i Tjuvjakt e gli Italo Brothers.
Esports Industry Awards, ecco i 22 premi assegnati a Londra
Il settore è giovane eppure siamo già arrivati alla seconda edizione degli Esports Industry Awards che si sono svolti nei giorni scorsi al The Brewery di Londra consegnando la bellezza di 22 premi suddivisi tra singoli operatori e società che fanno parte di questo nuovo fenomeno del gaming, del gambling e dell’intrattenimento.
Il premio più importante della serata è andato a Eefje “Sjokz” Depoortere, il membro più talentuoso di League of Legends che è stato accolto con un applauso estasiato degli spettatori. Il premio è ovviamente l’Esport Personality of the year ed è stato il fulcro della serata con i candidati che sono stati mostrati per tutta la serata fino ad arrivare all’annuncio attesissimo.
Esports Play of the Year: Matthew ‘FormaL’ Pipe
Esports Game of the Year: Counter-Strike: Global Offensive
Esports Journalist of the Year: Duncan ‘Thorin’ Shields
Esports Breakthrough Game of the Year: PlayerUnknown’s Battlegrounds
Esports Commercial Partner of the Year: G-FUEL
Esports Coverage Website of the Year: ESPN
Esports Photographer of the Year: Joe Brady
Esports Publisher of the Year: Riot Games
Esports Hardware Provider of the Year: Intel
Esports Videographer of the Year: Davis ‘OpTic Hitch’ Edwards
Streamer of the Year: Dr. Disrespect
Streaming Platform of the Year: Twitch
Esports Broadcaster of the Year: Alex ‘Machine’ Richardson
Esports Console Player of the Year: Matthew ‘FormaL’ Piper
Esports Live Event of the Year: League of Legends World Championship
Esports PC Player of the Year: Amer ‘Miracle-‘ Al-Barqawi
Esports Personality of the Year: Eefje ‘Sjokz’ Depoortere
Esports Rookie of the Year (Console): Victor ‘Punk’ Woodley
Esports Rookie of the Year (PC): Abay ‘HObbit’ Khassenov
Esports Team of the Year: OpTic Gaming
Esports Unsung Hero of the Year: Megan ‘RheingoldRiver’ Cutrofello
MotoGP: La ‘vendetta’ italiana arriva dagli eSports
Andrea Dovizioso esce di pista e finisce secondo al termine di un grandissimo motomondiale dietro a Marc Marquez. A “vendicarlo” ci pensa però “TRASTEVERE73”, progamer italiano che ha trionfato nel Campionato MotoGP eSport dopo 10 intensissimi giri nel Circuit Ricardo Tormo di Valencia in Spagna. Con nervi d’acciaio e tecnica sopraffina è stato lui il pilota più veloce di otto finalisti del MotoGP ’17 per una vittoria pazzesca e avvincente.
eSports alle Olimpiadi: la Uisp frena e guarda alla responsabilità
“Non si tratta di fare una crociata contro i videogiochi, né di voler difendere la forza delle tradizioni, ma il fenomeno sportivo oggi ha delle responsabilità globali in termini di educazione e salute”. E’ la posizione Mauro Rozzi, responsabile nazionale Uisp per la riforma e l’innovazione delle attività della federazione, all’indomani della notizia diffusa dal Cio-Comitato Olimpico Internazionale il quale, “ha scritto un pezzo di storia”, anunciando che: “I videogiochi competitivi, gli eSports, possono essere considerati attività sportiva. I giocatori devono prepararsi e allenarsi con un’intensità che è paragonabile a quella degli atleti degli sport tradizionali”.
Una tesi non condivisa dall’Unione nazionale sport per tutti: “Questi valori condivisi – spiega ancora Rozzi – di benessere psicofisico e sociale, non sono negoziabili. E’ necessario che il Cio rifletta sulle decisioni che assume anche in funzione del fatto che l’attività fisica e sportiva viene considerata positivamente da organizzazioni sovranazionali come l’OMS-Organizzazione Mondiale della Salute e reti internazionali di associazionismo, ambientalismo, cittadinanza attiva”.
eSports alle Olimpiadi? De Dominicis (Aiv): ‘Apertura epocale’
“L’apertura del Cio sugli eSports, ovvero il riconoscimento della ‘vita elettronica’ all’interno della più classica delle manifestazioni sportive, le Olimpiadi appunto, è sicuramente di portata epocale. Siamo disponibili ad offrire il nostro contributo di expertise alle istituzioni competenti, a cominciare dal Coni, valutando opportunità e aspetti critici di questa svolta così importante”.
Così Luca De Dominicis, fondatore e direttore dell’Accademia Italiana Videogiochi (Aiv), il primo istituto italiano di alta formazione nel settore videoludico, nato nel 2004 a Roma, commenta l’ipotesi ventilata dal Comitato olimpico internazionale di riconoscere gli eSports come disciplina olimpica.
Cio: ‘Pronti a riconoscere gli eSports come attività sportiva’
“Uno sport a tutti gli effetti, purché non violi i valori olimpici”. Così i rappresentanti del Movimento olimpico si sono espressi in merito al futuro degli eSports, in occasione del sesto Summit olimpico, riunito a Losanna nell’ultimo weekend di ottobre su invito del Comitato olimpico internazionale. I partecipanti al Summit si sono detti tutti d’accordo a valorizzare gli eSports visto la forte crescita in diversi Paesi, specialmente fra i giovani.
L’eSport “competitivo” – si legge in una nota del Cio – “potrebbe essere considerato un’attività sportiva e gli attori coinvolti preparano e si allenano con un’intensità che può essere paragonabile agli atleti degli sport tradizionali“.
Oltre al rispetto dei valori olimpici, “un ulteriore requisito per il riconoscimento da parte del Cio deve essere l’esistenza di un’organizzazione che garantisca il rispetto delle norme e delle regole del Movimento olimpico (anti-doping, scommesse, manipolazione, ecc.)”.